Caso Fratelli Menendez, Negato il Nuovo Processo

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Caso Fratelli Menendez – Erik e Lyle Menendez, i due fratelli condannati all’ergastolo per l’omicidio dei genitori, José e Mary Louise “Kitty” Menendez, avvenuto nel 1989 nella loro lussuosa villa di Beverly Hills, non avranno un nuovo processo. La procura di Los Angeles ha respinto la loro richiesta, presentata sulla base di nuove prove e della buona condotta tenuta in carcere. Tuttavia, la stessa procura ha aperto uno spiraglio alla possibilità di libertà vigilata, riconoscendo le attenuanti legate agli abusi sessuali che i due fratelli avrebbero subito per anni da parte del padre. Una decisione che riaccende i riflettori su un caso che, a distanza di 35 anni, continua a dividere l’opinione pubblica americana e che, recentemente, è tornato alla ribalta grazie a una miniserie Netflix.

Il duplice omicidio dei coniugi Menendez, avvenuto il 20 agosto 1989, scosse profondamente l’America. José Menendez, un ricco dirigente di una casa discografica, e sua moglie Kitty furono uccisi a colpi di fucile nella loro villa. Inizialmente, gli inquirenti seguirono la pista di un’esecuzione legata al mondo degli affari, ma ben presto i sospetti si concentrarono sui figli, Erik e Lyle, all’epoca dei fatti rispettivamente di 21 e 18 anni. A insospettire gli investigatori fu il comportamento dei due giovani che, subito dopo la morte dei genitori, iniziarono a spendere cifre esorbitanti in auto di lusso, orologi di pregio e viaggi. Un tenore di vita che contrastava con il dolore che avrebbero dovuto provare per la perdita dei genitori.

Il Processo e la Condanna all’Ergastolo: un Caso Mediatico

Il primo processo a carico dei fratelli Menendez, celebrato nel 1994, si concluse con un nulla di fatto, a causa del mancato raggiungimento dell’unanimità da parte della giuria. Un secondo processo, svoltosi a porte chiuse nel 1996, portò invece alla condanna all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. La giuria li ritenne colpevoli di omicidio di primo grado, descrivendoli come assassini spietati, mossi dall’avidità e dal desiderio di mettere le mani sul patrimonio familiare. Un caso che, fin dalle prime battute, divenne un vero e proprio evento mediatico, seguito con attenzione morbosa da giornali, televisioni e opinione pubblica.

Nel corso degli anni, però, il caso Menendez ha continuato a far discutere. Nel 2023, gli avvocati dei due fratelli hanno presentato una richiesta di revisione del processo, adducendo nuove prove a sostegno della tesi degli abusi sessuali subiti da Erik e Lyle per mano del padre. A supporto di questa tesi, la testimonianza di Roy Rosselló, ex membro della boy band portoricana Menudo, che ha affermato di essere stato a sua volta vittima di violenze sessuali da parte di José Menendez. È stata inoltre presentata una lettera, risalente al dicembre 1988, in cui Erik Menendez faceva riferimento agli abusi subiti. Elementi, questi, che secondo la difesa avrebbero dovuto portare a una riconsiderazione della vicenda e a un nuovo processo.

L’Effetto Netflix e la Richiesta di Libertà Vigilata

La richiesta di revisione è arrivata in concomitanza con un rinnovato interesse per il caso, grazie alla miniserie Netflix “Monsters”, interpretata da Javier Bardem e Chloë Sevigny. La serie ha riaperto il dibattito sulla vicenda, portando molti spettatori, soprattutto tra le nuove generazioni, a interrogarsi sulla colpevolezza dei fratelli e a schierarsi a favore della loro liberazione. Un dibattito che si è acceso, in particolare, sui social media.

La procura di Los Angeles, pur respingendo la richiesta di un nuovo processo, ha riconosciuto la validità delle attenuanti legate agli abusi sessuali e ha chiesto a un giudice di prendere in considerazione la possibilità di concedere la libertà vigilata ai fratelli Menendez. L’ufficio del procuratore George Gascón ha proposto una nuova condanna a 50 anni, con la possibilità di sconti di pena. E, in base a una legge della California che prevede benefici per i detenuti che hanno commesso reati prima dei 26 anni, Erik e Lyle, che oggi hanno rispettivamente 54 e 56 anni, potrebbero essere scarcerati immediatamente. Una decisione, quella della procura, che rappresenta un punto di svolta in una vicenda giudiziaria lunga e complessa, e che potrebbe aprire la strada a un epilogo inaspettato. Il caso, comunque, è tutt’altro che chiuso, e potrebbe riservare nuove sorprese. Si tratta di un caso che continua a far discutere.

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